Sicurezza sul lavoro

Cos'è la sicurezza sul lavoro

La sicurezza sul lavoro è l’obiettivo di un’attività lavorativa senza l’esposizione per i lavoratori al rischio di infortuni/incidenti e senza il rischio di contrarre una malattia professionale.

Si verifica quando il luogo di lavoro è dotato degli accorgimenti, degli strumenti e dell’attività di prevenzione che forniscono un ragionevole grado di protezione contro la possibilità del verificarsi di un evento pericoloso per la salute di chi lo svolge.

Le misure di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori hanno il fine di migliorare le condizioni di lavoro, ridurre la possibilità di infortuni ai lavoratori, ai collaboratori esterni (es. subcontraenti) e a quanti si trovano, anche occasionalmente, all’interno dei luoghi di lavoro.

Decreto Legislativo 81/08

ll Decreto Legislativo 81/08, coordinato con il D.Lgs.106/2009, fornisce un vero e proprio “Codice della salute e della sicurezza sul lavoro”. Totalmente coerente con le vigenti normative comunitarie ed internazionali in materia di sicurezza sul lavoro, costituisce il fondamento giuridico della strategia di contrasto al fenomeno infortunistico e a quello delle malattie professionali.

Tale Decreto, detto anche “Testo Unico” di salute e sicurezza sul lavoro, ha riordinato e riformato le principali norme previgenti in materia, andando ad abolire tutte le leggi emanate a partire dagli anni 50 fino al 2008, inclusi la 626/94, la 494/96 (la sicurezza sul lavoro nei cantieri edili) e la 493/96 (segnaletica di sicurezza).

Devono adeguarsi al Dlgs 81/08 tutte le aziende, a prescindere dal tipo di ragione sociale, dal settore di attività di appartenenza e dalla tipologia del rischio. Fanno eccezione le attività senza lavoratori, o con l’unico lavoratore nella persona del Datore di Lavoro. 

Il Decreto Legislativo inoltre introduce alcuni obblighi da parte del Datore di Lavoro come l'attivazione:

della Sorveglianza Sanitaria nel caso in cui l’azienda svolga attività a rischio oppure i lavoratori, a seguito dell’analisi mediante redazione del DVR, svolgano mansioni che necessitino di controllo medico, sarà necessario nominare un Medico Competente a cui sarà affidata la Sorveglianza Sanitaria dell’azienda. Il Medico Competente effettuerà delle visite periodiche, stabilite durante la prima visita medica, che hanno lo scopo di accertarsi del buono stato di salute del lavoratore e della capacità di poter svolgere un determinato incarico senza controindicazioni.  

la redazione del Documento di valutazione dei Rischi (DVR), che è un documento che racchiude al suo interno un’analisi dettagliata di tutti i rischi collegati all’azienda e alle mansioni dei lavoratori che vi operano all’interno. Insieme al documento viene consegnato anche il Programma di Miglioramento che va ad elencare tutti quei miglioramenti che l’azienda deve apportare per essere in regola con il Dlgs 81/08 ed evitare di incorrere in sanzioni. 

la figura dell’RSPP  (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione), uno dei suoi compiti è quello di occuparsi della sicurezza sul lavoro sotto tutti i punti di vista, in particolare del servizio di prevenzione e protezione aziendale. Tale ruolo può essere ricoperto sia dal Datore di Lavoro sia da un professionista esperto dopo aver effettuato uno specifico corso, con un numero ben preciso di ore, suddiviso in base al Rischio (Basso, Medio, Alto)

Sicurezza sul lavoro e datore di lavoro: le nuove norme 2022

Il Dlgs 81/2008 costituisce attualmente il principale riferimento normativo generale per la tutela della persona e dell’organizzazione nell’ambito lavorativo, è stato aggiornato e modificato poi con la legge n.  215 del dicembre 2021 e successivamente nell’ agosto 2022 con accordo Stato-Regioni. Le modifiche sono state necessarie per garantire la massima tutela di lavoratori e imprese. L’attenzione si è soffermata sul bisogno di maggiore formazione al fine di prevenire danni e malattie professionali e un sistema più severo di sospensione delle attività.

Sono state previste infatti normative più stringenti circa la formazione dei datori di lavoro e l’aggiornamento, ma anche pene severe per chi assume lavoratori in nero senza pensare alla loro sicurezza. L’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha ottenuto le stesse competenze di vigilanza e ispezione finora delegate alle Aziende Sanitarie Locali.

Le modifiche si sono rese necessarie da un lato per il numero costante di incidenti sul lavoro ma anche dai nuovi aggiornamenti sul fronte pandemico.

Ora più che mai mantenere dei corretti comportamenti in materia di sicurezza è importante per la tutela dei dipendenti ma anche delle persone che non lavorano in azienda.

Quali sono dunque le nuove norme del 2022 in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro?

I datori di lavoro dovranno formarsi sulla sicurezza sul lavoro; infatti non è più solo compito dei lavoratori, dei responsabili del servizio di prevenzione e protezione o di altre figure coinvolte nella tutela della sicurezza in azienda, ma anche i datori di lavoro dovranno ricevere la formazione necessaria per conoscere tutte le disposizioni circa la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro.

La norma è contenuta nell’ articolo 37 comma 7 del Testo Unico in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Il datore di lavoro viene equiparato al dirigente e al preposto e quindi necessita della dovuta formazione.

Dopotutto, osservando le ultime tragiche notizie circa il numero di morti nell’ ambiente di lavoro in Italia è chiaro che la causa principale sia la cattiva informazione degli addetti. La responsabilità parte innanzitutto da chi è a capo dell’azienda, ma anche da chi si deve preoccupare che tutte le regole per contenere il rischio siano rispettate.

Ad Agosto 2022, si è tenuta la Conferenza Stato-Regioni, e sono state apportate le modifiche previste al Decreto Legislativo 81 2008 e aggiunte anche indicazioni sia sulla formazione che sullo svolgimento della prova finale obbligatoria che verifichi l’efficacia della formazione durante lo svolgimento della prestazione lavorativa.

Cosa si rischia in caso di inadempimento?

Qualora i datori di lavoro non adempiscano all’ obbligo di legge circa la formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, è previsto un doppio regime sanzionatorio.

I datori di lavoro e i dirigenti rischiano l’arresto da due a quattro mesi e un’ammenda da un minimo di 1.474,21 euro a un massimo di 6.388,23 euro (da 2.500 a 6.400 euro nelle ipotesi di sospensione per lavoro irregolare). Oltre a questo, è prevista anche la sospensione dell’attività. Il provvedimento appena citato sussiste in caso di gravi violazioni in materia di tutela della salute del lavoro. In particolare, alcuni di questi sono: mancata redazione del documento di valutazione dei rischi, del piano di emergenza ed evacuazione, mancanza di dispositivi di protezione individuale.

I cambiamenti al Testo Unico non interessano solo l’ambito della salute e sicurezza, ma anche quello del lavoro nero. Si prevede infatti che in caso di presenza di lavoratori irregolari (10% e non più 20% del personale presente in azienda) scatterà la sospensione dell’attività economica e lavorativa.

Per poter riprendere l’attività produttiva, l’azienda dovrà scontare le pene, pagare le ammende e mettere in regola i lavoratori, rispettando la legge in materia di salute e sicurezza. 

La figura del preposto

Anche i preposti dovranno seguire corsi di formazione adeguati sulla sicurezza sul lavoro e ripeterli con cadenza almeno biennale, come specificato nel nuovo Decreto Legislativo.

Pena se non si rispettano queste normative è l’arresto da due a quattro mesi o l’ammenda da 1.474,21 a 6.388,23 euro. Se prima quindi il preposto non era altro che un lavoratore che sovrintende all’attività lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corr etta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa, ora si tratta di una figura fondamentale per il controllo e la gestione delle condizioni di sicurezza dei lavoratori.

Nel caso in cui il preposto noti comportamenti e misure non conformi agli articoli del Dlgs 81/08 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, è obbligato a intervenire in autonomia per modificare il comportamento non conforme. Può, per esempio, segnalare la presenza di dispositivi di sicurezza non conformi ai suoi superiori o richiamare i dipendenti che non rispettano le normative. Può persino sospendere l’attività lavorativa in caso di pericolo grave (articolo 18 comma 1 lettera f-bis: in caso di rilevazione di deficienze dei mezzi e delle attrezzature di lavoro e di ogni condizione di pericolo rilevata durante la vigilanza, se necessario, interrompere temporaneamente l’attività e, comunque, segnalare tempestivamente al datore di lavoro e al dirigente le non conformità rilevate).

In conclusione, il datore di lavoro, il dirigente e il preposto non devono solo seguire dei corsi di formazione, ma anche di aggiornamento in relazione ai propri compiti in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro. Questi avverranno ogni due anni.

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